Attenzione: post incavolato!
Ancora uno spot che sfrutta il territorio – questa volta il Salento – come sfondo per la promozione di una maghina (che la maggior parte degli italiani non possono nemmeno sognarsi).
Ancora un invito a correre su strade deserte, dove l’unica cosa che conta è il rombo potente del motore, esaltato dalla rapida progressione delle marce con comandi al volante stile formula uno.
E i rumori della natura? E la storia e la cultura di cui questi luoghi sono ricchi? È questa la promozione del territorio che merita il Salento?
O non è forse quella dei tanti turisti che lo percorrono, ad esempio, in sella ad una bicicletta? O, ancora, quella che le tante associazioni del territorio si impegnano da anni a suggerire, proponendo una fruizione in sintonia con la bellezza e la magia dei luoghi?
E invece il messaggio che i produttori di automobili devono instancabilmente far passare è un altro. D’accordo, rispetto ad altre pubblicità simili, qui è abilmente sfumato – quasi subliminale – ma arriva a destinazione forte e chiaro:
Hai la maghina strafiga? Puoi entrare nei centri storici e andare dove ti pare a tutta birra: la maghinetta è il tuo lasciapassare per la felicità.
La splendida Piazza del Duomo a Lecce, la meravigliosa litoranea che attraversa il Parco Naturale Regionale “Costa Otranto – S.M. di Leuca e Bosco di Tricase” vengono sfruttate e impunemente violentate per promuovere un simulacro di progresso e modernità, in contrasto col languore di un fotografo vintage che con la sua fedele e datata Hasselblad non riesce a catturare i contorni del bolide azzurro.
Mito della velocità di futuristica (e superata) memoria, ambientazioni glamour, narcisismo e strafigaggine. Questo conta. E il pischello in giubbino di camoscio alla fine non può che capitolare docilmente.
Chissà come mai poi diventi difficile far capire al pischello motorizzato di turno che la vetturetta (ovviamente la normale utilitaria che può permettersi) non va parcheggiata sui marciapiedi; e che almeno in città sarebbe preferibile andare pianino – ché ci stanno le persone. Chissà come mai poi diventi difficile promuovere stili di vita sostenibili, rispetto del prossimo e delle più elementari regole di convivenza civile nei nostri centri urbani.
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